“Le prospettive economiche sono offuscate da eccezionale incertezza” che “comporta notevoli rischi al ribasso”: lo afferma la Banca centrale europea (Bce) nel bollettino economico di aprile.
“Gli esportatori dell’area euro si trovano ad affrontare nuove barriere agli scambi, la cui portata resta tuttavia poco chiara”, scrive l’istituto. “Le turbative nel commercio, le tensioni nei mercati e l’incertezza geopolitica gravano sugli investimenti delle imprese. Anche i consumatori, divenendo più cauti riguardo al futuro, potrebbero contenere la spesa”. “Molto incerte” sono anche le prospettive dell’inflazione, che dai dazi potrebbe avere spinte sia al rialzo che al ribasso
Nei primi mesi del 2025 l’andamento del prodotto interno lordo (Pil) dell’area euro è stato verosimilmente positivo. “Tuttavia, le prospettive per il secondo trimestre hanno risentito dei recenti shock avversi a livello mondiale (i nuovi dazi statunitensi e le possibili misure ritorsive, l’aumento dell’incertezza a livello internazionale, una maggiore volatilità nei mercati finanziari), nonché di shock interni più favorevoli, come le nuove politiche nazionali e a livello di Ue relative alla spesa per le infrastrutture e la difesa”, scrivono gli economisti di Francoforte.
“A marzo gli indicatori prospettici già mostravano un quadro eterogeneo, molto probabilmente riflettendo le difficoltà degli annunci attesi sui dazi”, tanto che le aspettative delle imprese a dodici mesi rilevate dal Pmi “sono lievemente diminuite, pur rimanendo al di sopra della loro media di lungo periodo”. Nello stesso mese, nonostante sia aumentato, il Pmi per i nuovi ordinativi nel settore manifatturiero dell’area dell’euro è rimasto al di sotto di 50.
Dagli ultimi contatti della Bce con le società non finanziarie dell’area, avvenuti a metà marzo 2025, prima degli annunci statunitensi sui dazi, è emerso un graduale miglioramento dell’attività a partire dal secondo trimestre e, in particolare, una ripresa nel settore industriale. “Tuttavia l’annuncio statunitense del 2 aprile relativo ai dazi ‘reciproci’, unitamente alla potenziale intensificazione delle tensioni commerciali, rappresentano un’ulteriore fonte di rischio per le imprese e per le prospettive dell’area dell’euro”.
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