Industria 5.0 e il ruolo strategico del Terzo Settore


di Oliviero Casale, componente del CTS Terzo Settore di Conflavoro

La transizione verso Industria 5.0 rappresenta una delle evoluzioni più significative delle politiche industriali europee degli ultimi anni. Dopo una fase di forte impulso alla digitalizzazione dei processi produttivi, caratteristica di Industria 4.0, emerge oggi una visione più ampia che integra alla trasformazione tecnologica la centralità della persona, la sostenibilità ambientale e la resilienza economica come dimensioni strutturali del nuovo sviluppo industriale (1)(4)(5)(6)(7).

Industria 5.0 nasce dalla consapevolezza che l’innovazione, per essere autenticamente efficace e duratura, non può limitarsi a migliorare l’efficienza tecnica, ma deve anche generare valore sociale, ambientale e territoriale (1)(4)(5)(6)(7).

Gli obiettivi di Industria 5.0

A differenza delle precedenti fasi di trasformazione industriale, Industria 5.0 si propone di costruire un modello che rafforzi la capacità delle comunità e dei sistemi economici di adattarsi e rigenerarsi, promuovendo una logica di antifragilità.

Il ruolo centrale del Terzo Settore

Innovazione tecnologica e innovazione sociale sono considerate dimensioni inseparabili, unite dalla prospettiva di orientare l’economia verso la tutela e la promozione del bene comune (1)(4)(5)(6)(7). In questo scenario, emerge con forza il ruolo cruciale del Terzo Settore e dell’economia sociale, come riconosciuto esplicitamente dalla Commissione Europea e dal Comitato Economico e Sociale Europeo.

La Comunicazione sul Piano d’Azione per l’Economia Sociale e il parere “Social economy enterprises” del CESE valorizzano il contributo di cooperative, mutue, fondazioni, associazioni, imprese sociali e organizzazioni della società civile come attori essenziali per promuovere modelli di sviluppo inclusivi, resilienti e sostenibili (2)(3).

In questo contesto, si sottolinea l’importanza di modelli aggregativi, come forum e reti organizzative, che possano rappresentare efficacemente le esigenze del Terzo Settore a livello nazionale ed europeo, favorendo la concertazione e il dialogo sociale (2).

I passi necessari per il Terzo Settore

Il Terzo Settore si configura dunque come un interlocutore strategico per il successo della transizione verso Industria 5.0. La sua capacità di radicarsi nei contesti locali, di costruire reti solidali e di operare con finalità orientate al bene comune offre strumenti preziosi per affrontare una trasformazione che ambisce a conciliare competitività economica e inclusione sociale (5).

Tuttavia, per poter esercitare appieno questo ruolo, il Terzo Settore dovrà adottare senza esitazioni i principi di Industria 5.0, impegnandosi in un percorso di innovazione interna e di espansione dei propri ambiti di azione.

Anzitutto, sarà necessario rafforzare i processi di innovazione organizzativa, adottando modelli che integrino pienamente il digitale, promuovano la sostenibilità ambientale e valorizzino il capitale umano attraverso percorsi strutturati di formazione continua (1)(4)(5)(6)(7).

Parallelamente, il Terzo Settore dovrà investire nel potenziamento delle proprie competenze tecnologiche, sviluppando strumenti digitali per migliorare la gestione dei servizi, la capacità di innovare nei modelli di intervento e la condivisione delle conoscenze all’interno delle reti associative (5).

Accanto a queste trasformazioni interne, sarà fondamentale trovare nuovi spazi di iniziativa capaci di rispondere alle sfide emergenti: la promozione di progetti di innovazione sociale orientati al bene comune, la partecipazione a iniziative di valorizzazione dei patrimoni collettivi, il supporto all’integrazione lavorativa di soggetti vulnerabili attraverso imprese sociali e Work Integration Social Enterprises (WISE) (2).

In questa cornice di trasformazione, è importante valorizzare anche il contributo delle iniziative collaborative promosse a livello europeo, come la Community of Practice Industry 5.0 (CoP 5.0). Questa piattaforma, attivata dalla Commissione Europea, riunisce stakeholder dell’ecosistema innovativo europeo con l’obiettivo di promuovere l’implementazione pratica dei principi di Industry 5.0 attraverso la co-creazione di strumenti, modelli di apprendimento e proposte di policy (6)(7).

Tra i temi emersi, è stata più volte sottolineata l’importanza di favorire l’integrazione di modelli di innovazione sociale e di economia collaborativa, pienamente rilevanti anche per il Terzo Settore.

Un riferimento rilevante è costituito anche dal nuovo Paradigma 5.0, che mira a integrare dimensioni multidimensionali attraverso una struttura armonizzata, in grado di connettere sostenibilità, buona governance, etica, bene comune e antifragilità in un modello sistemico di sviluppo (8).

Questo approccio offre spunti preziosi per il Terzo Settore, chiamato a coniugare l’innovazione tecnologica e sociale con una visione etica e rigenerativa delle comunità e dei territori.

La posizione del CTS Terzo Settore di Conflavoro

È in questa prospettiva che il CTS Terzo Settore di Conflavoro si propone come promotore di un vero e proprio ecosistema innovativo dedicato a supportare istituzioni, imprese, organizzazioni e professionisti nella comprensione, nell’adozione e nella valorizzazione dei principi di Industria 5.0 (1)(4)(5)(6)(7).

Attraverso attività di accompagnamento strategico, formazione, consulenza e animazione territoriale, il CTS Terzo Settore di Conflavoro intende facilitare la diffusione di modelli innovativi e la costruzione di partenariati orientati allo sviluppo sostenibile e inclusivo.

La formazione come leva strategica

La formazione si conferma un ambito strategico nel quale il Terzo Settore può e deve rafforzare il proprio contributo. La transizione verso nuovi modelli produttivi impone infatti un impegno forte nella diffusione di competenze digitali, verdi e trasversali, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili (1)(4)(5)(6)(7).

Attraverso la propria tradizione educativa e di inclusione sociale, il Terzo Settore può costruire percorsi di apprendimento che guardino al “lavoro del futuro” non solo come strumento di crescita economica, ma come leva di emancipazione personale e comunitaria (5).

Il rafforzamento del dialogo sociale e della partecipazione collettiva ai processi decisionali costituisce un altro fronte decisivo. Industria 5.0 richiede che l’innovazione sia orientata “al servizio delle persone” e che le strategie di sviluppo non siano concepite esclusivamente “dall’alto”, ma costruite attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità (4)(5)(7).

Il Terzo Settore, grazie alla sua funzione di corpo intermedio, può contribuire a rendere più inclusivi i processi di cambiamento, favorendo l’emersione di una cultura dell’innovazione responsabile e democratica (2)(3).

Sul piano della sostenibilità ambientale, molte organizzazioni del Terzo Settore hanno già maturato pratiche avanzate di riuso, riciclo, gestione circolare delle risorse e creazione di filiere corte (1)(4)(5). Tuttavia, la sfida di Industria 5.0 richiede un ulteriore salto di qualità: occorre integrare queste pratiche in strategie sistemiche di rigenerazione territoriale e di transizione ecologica, in sinergia con i nuovi modelli produttivi emergenti e con le priorità europee di neutralità climatica (5).

In definitiva, Industria 5.0 rappresenta per il Terzo Settore una straordinaria occasione di consolidamento e di crescita. Tuttavia, per coglierla appieno, sarà indispensabile adottare una visione aperta e dinamica, capace di innovare i modelli organizzativi, di espandere i campi di intervento e di riaffermare con forza la propria funzione di generatore di antifragilità.

In un’epoca di rapide trasformazioni, il contributo del Terzo Settore – supportato da iniziative come quelle promosse dal CTS Terzo Settore di Conflavoro – sarà decisivo per costruire un’economia capace di innovare senza escludere, di crescere senza sprecare, di trasformarsi senza perdere il senso della propria funzione di servizio al bene comune.

Bibliografia:

  • (1) SWD(2021) 373 final – Staff Working Document “Scenarios towards co-creation of transition pathways for a resilient, green and digital industrial ecosystem”.
  • (2) EESC-2024-00655-00-00-AC-TRA-EN – Opinion “Social economy enterprises” (CESE).
  • (3) Communication from the Commission: “Action Plan for the Social Economy” (COM(2021) 778 final
  • (4) OJ C/2025/108 – CESE Parere “Industria 5.0 – Come tradurla in realtà”.
  • (5) BRI WP1 D1.1 Framework Report – “Industry 5.0 and Skills” (2023).
  • (6) Industry 5.0 Community of Practice – Final Report, European Commission (2024).
  • (7) Industry 5.0 Community of Practice – Plenary Session Summary Report, Brussels, October 2024.
  • (8) O. Casale, P. Rinaldi, Paradigma 5.0 – Oltre Industry 5.0 e Society 5.0: Sostenibilità, Buona Governance, Bene Comune e Antifragilità, MB Group, 2024.





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