La volatilità sui mercati azionari dovrebbe rimanere elevata nel 2025. In particolare, dobbiamo continuare a monitorare l’impatto dei dazi statunitensi sui dati economici per determinare se il protrarsi della debolezza dei consumi e dell’attività delle imprese possa essere il preludio di una recessione o di un periodo di stagflazione.
L’attuale contesto commerciale globale rimane mutevole e imprevedibile. Tra le aziende statunitensi che potrebbero risentire maggiormente dei dazi imposti dall’amministrazione Trump figurano quelle fortemente esposte all’intelligenza artificiale. Queste società potrebbero dover affrontare un aumento dei costi hardware, poiché dipendono da fornitori globali come Taiwan, che produce circa il 60% dei semiconduttori mondiali, secondo il Council on Foreign Relations.
I dazi potrebbero anche portare a un aumento dell’inflazione, che potrebbe limitare le possibilità della Fed di abbassare i tassi di interesse (tipicamente un fattore favorevole per le azioni statunitensi). Inoltre, i piani degli USA riguardanti l’immigrazione potrebbero causare carenze di manodopera e pressioni al rialzo sui prezzi nei settori che dipendono da questi lavoratori.
Considerati dunque i diversi ostacoli che devono affrontare i mercati azionari, per fronteggiare la maggiore volatilità attesa per quest’anno, privilegiamo i titoli dividend growth USA e i titoli del settore delle infrastrutture globali, due aree del mercato che possono contribuire ad attenuare il rischio di ribasso e mostrarsi più resilienti in caso di un aumento dei prezzi causato dai dazi.
Le società dividend grower statunitensi beneficiano della flessibilità del capitale e della solidità dei bilanci, che dovrebbero aiutarle a mitigare le pressioni inflazionistiche sui costi. Storicamente, le società che iniziano o continuano ad aumentare i dividendi hanno generato rendimenti annualizzati più elevati con un rischio annualizzato (deviazione standard) inferiore, rendendo questi titoli particolarmente adatti all’attuale contesto. Infine, con molti portafogli sovrappesati sui titoli growth a grande capitalizzazione statunitensi, le società dividend grower offrono un potenziale di diversificazione. Questi titoli hanno dimostrato una correlazione minore con l’S&P 500 rispetto ai titoli growth large cap, e questo si è verificato anche nel primo trimestre, con l’indice S&P 500 Dividend Aristocrats che ha registrato un rendimento del +3,2%.
Gli investitori che hanno una posizione di sottopeso sui titoli azionari non statunitensi potrebbero prendere in considerazione i titoli azionari globali nel settore delle infrastrutture. Queste società possiedono o gestiscono asset che facilitano la circolazione di persone, energia, beni e materie prime, in breve, rappresentano la spina dorsale dell’attività economica globale. I loro ricavi derivano da contratti a lungo termine o concessioni per l’utilizzo dei loro portafogli sottostanti di asset materiali essenziali. Ciò si traduce in un elevato grado di trasparenza e prevedibilità dei flussi di cassa rispetto agli investimenti più tradizionali. Le società infrastrutturali globali sono inoltre sostenute da una domanda inelastica, che tende a renderle meno vulnerabili ai periodi di debolezza economica.
Inoltre, poiché le normative consentono a queste società di trasferire i costi più elevati derivanti dall’inflazione, questa asset class può anche rappresentare un’efficace copertura contro l’inflazione.
Considerate queste caratteristiche, non sorprende che l’indice S&P Global Infrastructure abbia registrato un solido +4,6% nel primo trimestre. Inoltre, grazie al ruolo fondamentale nell’espansione della produzione e della trasmissione di energia per soddisfare la crescita esponenziale della domanda trainata dall’IA, il settore delle infrastrutture globali quotate rappresenta un modo per esporsi al tema dell’AI, con valutazioni interessanti.
Prospettive in miglioramento per le small cap Usa
Poiché ci aspettiamo un allentamento della politica monetaria da parte della Fed nel 2025, riteniamo che questa asset class abbia il potenziale per recuperare terreno. Le piccole imprese tendono a fare maggiore affidamento sui prestiti per finanziare la crescita, quindi un costo del capitale più basso dovrebbe consentire loro di espandersi o investire a costi inferiori. Questo potrebbe, a sua volta, sostenere i prezzi delle loro azioni.
Crediamo inoltre che una maggiore priorità alla crescita interna data dall’amministrazione Trump (attraverso politiche relative ai tagli fiscali e alla deregolamentazione) potrebbe fornire un sostegno alle small cap, che sono generalmente sensibili all’andamento dell’economia. I dazi più elevati imposti dagli Stati Uniti potrebbero dare loro un vantaggio rispetto alle large cap, poiché le piccole imprese generano livelli di ricavi più elevati all’interno degli Stati Uniti. Complessivamente, queste forze di mercato potrebbero alimentare un nuovo ciclo di investimenti di capitale per le small cap, contribuendo a un sostanziale miglioramento delle previsioni di utili a partire dal secondo trimestre del 2025.
Opportunità in Europa e Asia
A livello settoriale in Europa, privilegiamo i settori difensivi come l’healthcare, grazie sia all’impennata della domanda di farmaci GLP-1 per la lotta all’obesità e al diabete, sia alle valutazioni interessanti dei titoli del settore. Anche le telecomunicazioni sono interessanti, grazie al forte consolidamento del settore e alle normative che hanno aumentato il pricing power delle società del comparto.
Tra i settori ciclici (cioè più sensibili all’andamento dell’economia), continuiamo a preferire le banche, che dovrebbero beneficiare della crescita in Europa e dei rendimenti più elevati dei Treasury a lungo termine, che consentono alle banche di concedere prestiti a tassi più elevati.
In generale, la capacità dell’Europa di continuare a sovraperformare gli Stati Uniti dipenderà in gran parte dall’impegno della Germania ad aumentare la spesa per le infrastrutture e la difesa. Anche la riduzione dei costi energetici per i consumatori è fondamentale. Secondo Statista Research, ad esempio, i prezzi del gas naturale sono circa quattro volte più alti in Europa che negli Stati Uniti.
Infine, al di là dell’Europa, riteniamo che anche il Giappone offra un’ampia gamma di società growth con valutazioni interessanti.
A cura di Saira Malik, head of equity and fixed income, chief investment officer di Nuveen.
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