Perché Belve e Viva la danza non meritavano di scontrarsi


Un po’ dispiace che un’azienda come la Rai decida di far scontrare due programmi come Belve e Viva la danza la stessa sera, soprattutto perché sono settimane che il pubblico si rifugia sulle piattaforme perché la tv lineare non offre abbastanza alternative. A fronte di serate di nulla cosmico il 29 aprile la Rai propone due debutti, uno nuovo – quello di Roberto Bolle su Rai1, protagonista di un nuovo format legato alla danza – e un altro più rodato – quello di Francesca Fagnani su Rai2, ormai una delle poche certezze di una rete che fa molta fatica ad andare avanti sulle proprie gambe – che portano lo spettatore a dover scegliere rosicchiando inevitabilmente un dato all’altro.

Roberto BolleMondadori Portfolio/Getty Images

Sappiamo che Viva la danza e Belve sono due programmi molto diversi, eppure una parte del loro pubblico è il medesimo visto che ci sono certe fasce, come quella che va dai 55 ai 70 anni, che non disdegna le interviste realizzate brillantemente da Francesca Fagnani a Belve pur apprezzando i passi di danza che Bolle propone nei suoi speciali con grazia e una certa dose di coraggio. Il risultato di questo scontro ha portato Bolle all’11,1% di share inseguito proprio dal 9,1% di Belve, mentre a farla da padrone ci ha pensato il famoso terzo litigante, ovvero la nuova stagione di Maria Corleone su Canale 5 – che, tuttavia, non sfonda raggiungendo comunque un più che rispettoso 12,1% in una serata di per sé affollatissima.

Francesca Fagnani

Francesca FagnaniMarco Provvisionato / ipa-agency.net

Cosa sarebbe successo se Rai1 avesse scelto di non mettere Viva la danza al martedì, giorno ormai comodo per Belve? Noi crediamo che il dato di entrambi i programmi sarebbe potuto essere migliore, ed è proprio per questo che non capiamo perché la Rai non inizi a proteggere di più i suoi programmi. Non solo contro la concorrenza – insensata la scelta, per esempio, di mandare al macello prima Ora o mai più con Marco Liorni e poi Ne vedremo delle belle con Carlo Conti prima contro C’è posta per te e poi contro Amici – ma anche contro le proprie stesse risorse. Visto che dietro a ogni programma c’è un investimento importante sia di risorse che di tempo sarebbe ora che l’azienda inizi ad avere maggior cura per le proprie creature. Specie quando si tratta di progetti fuori dal comune e ambiziosi come quelli di Roberto Bolle.



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